Intervista a Benigno Moratti

Informazioni aggiuntive

DATA EVENTO

30/08/2021

LUOGO

Sedegliano

Tipo di contenuto

Video

INTERVISTATORE

CHIARA GRILLO

Nato a Campomolle e sono venuto qui a Sedegliano da bambino. Prima di diventare direttore nei primi anni 90 (92-93 non ricordo bene), avevo fatto esperienze alla fine degli anni sessanta suonavo la chitarra con un gruppo di ragazze la domenica mattina, per due, tre anni. La vecchia cantoria era morta. Poi per scherzo mi hanno chiesto se mi avesse fatto piacere riunire un gruppo di cantori per partecipare a una rassegna. A Coderno ? stata la nostra prima partecipazione, erano 6/7 anni che le rassegne si facevano. Inizialmente erano itineranti poi alla fine sempre in chiesa a Sedegliano. Avevo chiesto consiglio a Luigi Moratti che era stato direttore del Casteliere e avevo parlato anche con Fabris perch? ero inesperto, lo sono ancora oggi, ma allora ancora di pi?. La necessit? era quello di iniziare mettere assieme le voci e preparare un paio di brani. L’inizio che non ? andata male: l’adrenalina, la voglia di fare bene e la semplicit? dei canti ha fatto s? che tutto andasse bene. Questa cantoria ? ancora esistente con tutti i problemi di oggi: non c’? ricambio, non ci sono giovani che partecipano nemmeno alla messa, io riconosco di non avere un carattere tale da coinvolgere e andare a cercare. Tuttavia nelle occasioni importanti la nostra presenza c’? stata soprattutto in ambito liturgico, ma poi abbiamo provato a fare anche qualche spiritual, rtischiando con qualcosa di diverso. Sono 30 anni che cantiamo assieme e il direttore deve avere molte qualit?, come tutti i capi: devi essere amico fino a un certo punto, essere competente ma senza farlo pesare, usare bastone e carota, tenere a bada la gente, trovare il momento conviviale, e anche nella scelta dei canti soprattutto trent’anni fa c’erano i giovani che volevano canti moderni, mentre i pi? anziani volevano altro. E’ stata una bella esperienza. Ora stiamo vivendo un periodo non bello. Qualcuno ? venuto a mancare e la gente ? sempre meno. Organista, direttore, due bassi, tre tenori, tre contralti e 4-5 soprani. Siamo ai minimi termini, con sbilanciamento delle voci femminili e tra soprani e contralti. Malanni condivisibili. E’ un repertorio per il 98 per cento liturgico tra cui messe in latino e canti moderni (Gen e altro), poi c’era anche l’idea di fare qualche villotta, spiritual e canti alternativi, non religiosi. Ci sono sia canti d’ascolto che canti in cui l’assemblea pu? partecipare es. Messa dei angeli, anche se poi c’? chi canta e chi preferisce ascoltare. Se il parroco aiuta l’assemblea si aggiungeva. Quando cantiamo a 4 voci la gente resta in ascolto. Se facciamo un canto alla Madonna a una voce allora l’assemblea canta. Come preti la nostra politica ? stata sempre quella