Intervista a Paolo Di Lenarda

P. David era nato in un paese sbagliato, anche se ha vissuto poi lontano e qualche aneddoto si conosce dalla sua vita di Milano, del Canada, per? quello che si dice di lui ? un silenzio. Doverbbe tornare un Dante Alighieri per raccontare un p. David. Non si fermava alle cianfrusaglie, anche nelle prediche ci lasciava pensare per settimane. Questo era, E’ p. David (commosso) Ricordo la cosa pi? bella ? lui aveva fatto una poesia per la banda ? A sune la bande e poi Ottavio Paroni l’aveva musicata per la banda. Ricordo quando ? entrato per il suo 50esimo, si chiama giubileo, abbiamo inaugurato la chiesa perch? ? stata rimessa a posto, era una bellissima giornata, tante autorit?, che non hanno scalfito la sua figura. Con le braccia aperte che circondava il mondo ha detto ? La mia chiesa (commosso) ed ? scrosciato l’applauso. Questa Chiesa questa comunit? non abbiamo ancora accolto il pensiero e non abbiamo colto quello che voleva trasmetterci. Forse perch? non l’ho capito io, non sono in grado di comprenderlo. Era un grande. E’ un grande e fino a quando ci ricordiamo di lui, lui esite ancora.